Dintorni

Avola

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“Benvenuti nella terra del Nero d’Avola, dei limoni e della mandorla. La terra che trasforma i raggi del sole in aromi e sapori.”

Avola si estende sulla costa, nel territorio a sud di Siracusa, lungo uno dei più antichi percorsi greci della Sicilia: la via Elorina. L’area in cui si trova ubicata è un eccezionale contenitore di beni culturali e ambientali e di essi la città costituisce la “porta”.

Dalla grande Piazza Umberto I°, già Piazza Maggiore del celebre centro storico a pianta esagonale, iniziano le “strade” barocche e si accede alle spettacolari riserve naturali di Cava Grande del Cassibile e di Vendicari.

Il pianeggiante sito della città di Avola si pone in un contesto paesaggistico straordinario poichè compreso tra il mare Ionio e i monti Iblei, ovvero tra un litorale avente spiagge di calda sabbia fine e dorata, e la frescura e i profumi delle alture iblensi che a nord-ovest la circondano.

La felice peculiarià del microclima che tale situazione determina, ha consentito la coltivazione della canna da zucchero – dal ‘400 all’800-, della vite, del mandorlo e del limone i cui frutti continuano, ancora oggi, a fornire prodotti di alta eccellenza.

Avola ha unito il suo nome a prodotti agricoli di fama mondiale come la mandorla o “Pizzuta di Avola”, il vino denominato “Nero d’Avola” e il limone “Femminello Siracusano”.

La Mandorla Avola, dall’ovale perfetto, come scriveva Leonardo Sciascia, e il Nero d’Avola, originato dall’omonimo antico vitigno, sono famosi in tutto il mondo per i loro inconfondibili sapori.

Caratteristica principale del litorale avolese è la “Rotonda sul mare”, luogo di grande attrazione turistica in cui si svolgono serate di musica e spettacolo all’insegna del divertimento.

Noto

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In una regione in cui abbondano olivi e mandorli, Noto è un piccolo gioiello barocco arroccato su un altopiano che domina la valle dell’Asinaro, coperta di agrumi.

La sua bellezza, così armoniosa da sembrare una finzione, la scena di un teatro, nasce da un fatto tragico: il terremoto del 1693, che in questa parte di Sicilia portò distruzione morte, ma diede impulso alla ricostruzione. Prima di allora la città sorgeva a 10 km di distanza.

Di origini assai antiche, Noto diede i natali a Ducezio, che nel V sec. a.C. fece tremare i Greci per aver fatto insorgere contro di loro i Siculi.

Il terremoto del 1693 distrugge completamente la città. Per la ricostruzione viene scelto un luogo meno impervio e più vasto, che permetta la realizzazione di un impianto semplice, lineare, con intersezioni ad angolo retto e strade parallele ed ampli come vuole il nuovo gusto barocco.

Tre le strade principali che corrono da est a ovest perchè il sole le illumini sempre.

Tre i ceti sociali che vi si stabiliscono: la prima, più alta, viene destinata alla nobiltà, la centrale al clero (l’unica eccezione è il palazzo secolare dei Landolina), I palazzi sono maestosi, tutti costruiti nella pietra calcarea locale, tenera e compatta, dal candore che il tempo ha colorato creando quella magnifica tinta dorata e rosata che la luce del tramonto accentua, questa ricostruzione, condotta dal Duca di Camastra, rappresentante a Noto del vicerè spagnolo, partecipano molti artisti siciliani, tra i quali Paolo Labisi, Vincenzo Sinatra e Rosario Gagliardi, che, influenzato da Borromini, è forse uno dei più inventivi.

La città viene costruita come se fosse una scenografia, studiando e truccando le prospettiva in modo singolare, giocando con le linee e le curvature delle facciate, con le decorazioni delle mensole, i riccioli e le volute, i mascheroni, i putti, i balconi dai parapetti in ferro battuto che si piega in forme aggraziate e panciute.

Creazione originale di maestri locali. Noto si inserisce comunque nel panorama che dalle mani degli artisti italiani vede fiorire il sogno barocco in tutta Europa e che dà vita alla nuova capitale russa, San Pietroburgo.

Siracusa

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La città di Siracusa si sviluppa in parte sul promontorio-isola di Ortigia e in parte sulla terraferma. La conformazione della costa determina l’ampia insenatura del Porto Grande, cinta a nord dall’Isola e a sud dal promontorio del Plemmirio.

Il suo aspetto geologico è compreso nell’ Area Iblea; tale area è una struttura che costituisce parte delle propaggini settentrionali emerse dalla Placca Africana, la quale ha nel mediterraneo, e quindi in Sicilia, il suo punto di scontro con la Placca Europea.

Ma questa zona ha un’altra particolarità, infatti i ricercatori geofisici hanno scoperto che nell’area dei Monti Iblei si è formata una placca a parte, denominata “micro-placca siculo-iblea”, essa fa parte della placca africana ma ha una sua dinamica peculiare, comprende gran parte della Sicilia e dei mari circostanti ed è la responsabile dei terremoti più forti verificatesi nella parte Orientale dell’Isola.

I Monti Iblei sono composti da rocce calcaree bianche conchiglifere, più precisamente da roccia carbonatica originata da sedimenti marini depositatisi nel Miocene; Infatti il territorio dove ora sorge Siracusa, un tempo era sommerso dalle acque, e ne sono prova i tanti fossili di conchiglie visibili sulle rocce circostanti.

I suoi rilievi montuosi, non sono di dimensioni notevoli, essendo che la città si trova in prossimità della costa; vi sono in maggioranza colline, la cui cima più alta è il monte Epipoli. In prossimità di Cassibile, invece vi è un grande canyon, che è stato scavato nel corso dei secoli dal fiume Anapo.

L’Anapo è uno dei fiumi di Siracusa, il quale scorre per quaranta chilometri, ed ha un carattere principalmente torrentizio; poi vi è il fiume Ciane, breve corso d’acqua che sfocia nel Porto Grande, dove si congiunge con l’Anapo; è un fiume perenne alimentato anche nel periodo estivo.

Altro fiume è quello di Cassibile, lungo trenta chilometri, si snoda tra i comuni di Palazzolo Acreide e Avola, sfociando poi nel Mare Ionio.

I canali artificiali che attraversano Siracusa sono: Mammaiàbica, Pismotta e Regina. I laghi e le piccole cascate si trovano situate all’interno di Cava Grande del Cassibile.

Nella città vi è una fonte d’acqua dolce, la rinomata Fonte Aretusa, e una grotta artificiale, detta Grotta del Ninfeo, dalla quale scorre l’acqua che proviene dall’acquedotto Galermi.

Siracusa si affaccia sul Mar Mediterraneo, con il bacino del Mar Ionio. Le sue coste sono formate prevalentemente da scogli, ma vi sono anche ampie spiagge sabbiose.

I comuni con i quali confina sono: a nord con Priolo Gargallo e Città Giardino (frazione di Melilli), ad ovest con Solarino, Floridia, Palazzolo Acreide, Noto e Canicattini Bagni e a sud con Noto e Avola.

I confini territoriali sono delimitati a nord da contrada Targia; ad ovest da Belvedere, avamposto panoramico; a sud da Cassibile e Fontane Bianche.

Marzamemi

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Marzamemi è una frazione marinara di cui una parte è del comune di Pachino da cui dista circa 3 km e una seconda parte è del comune di Noto da cui dista 20 km. Si trova in provincia di Siracusa.

Il nome deriva dall’arabo Marsà al-hamām che significa “Baia delle Tortore”, in quanto la zona rappresenta luogo obbligato di passaggio dei piccoli volatili durante le migrazioni.

Il borgo è nato attorno all’approdo, poi divenuto porto da pesca, e si è sviluppato grazie a quest’ultima attività, molto praticata ancor oggi, dotandosi anche di una Tonnara, tra le più importanti della Sicilia.

La tonnara di Marzamemi risale al tempo della dominazione degli arabi in Sicilia. Nel 1630 venne venduta dal proprietario al Principe di Villadorata.

I Villadorata potenziarono i fabbricati della tonnara portando da Avola e da Siracusa degli abili carpentieri, che poi rimasero residenti a Marzamemi.

Nel 1752 costruirono il palazzo e la chiesa della tonnara, e le casette dei marinai. Nel 1912 fu costruito a Marzamemi uno stabilimento di lavorazione del tonno salato e in seguito del tonno sottolio.

La pesca della tonnara fu abbondante fino al dopoguerra. Dal porto di Marzamemi, in passato, partivano anche navi che trasportavano grandi quantità di vino prodotto localmente verso i diversi porti della penisola.

Il vino veniva trasportato anche da treni merci verso varie località estere, essendo stata Marzamemi fornita di stazione ferroviaria. Fino al 31 dicembre del 1985, era raggiungibile anche tramite i treni viaggiatori della ferrovia che da Siracusa e Noto, costeggiando il territorio della Riserva di Vendicari, raggiunge Pachino.

Ulteriore fonte di sviluppo è la pesca e la lavorazione di prodotti ittici: famosa è, ad esempio, la bottarga di tonno rosso, lavorata usando artigianalmente antichi sistemi di essiccazione derivati dalla cultura arabo-fenicia.

Marzamemi possiede una bella spiaggia: negli ultimi anni, ha puntato sul turismo, offrendo la possibilità di numerosi approdi attrezzati per imbarcazioni da diporto.

In estate, la popolazione aumenta notevolmente, grazie anche agli insediamenti residenziali sorti nei pressi del borgo antico.

Nel mese di agosto si festeggia san Francesco con processione di barche, cuccagna a mare e una regata.

Nel 1993 il borgo storico è stato utilizzato come location dal regista Gabriele Salvatores per il film Sud, con protagonisti gli attori Silvio Orlando, Claudio Bisio e Francesca Neri.

Dal 2000 Marzamemi ospita il Festival del Cinema di Frontiera.